Giuseppe Abbagnale in MBS Business School

Giuseppe Abbagnale in MBS Business School

Spesso, genitori e parenti portano figli e nipoti a praticare lo sport che loro stessi hanno praticato e amato. A volte, i bambini si ribellano, perché non amano a loro volta quello sport, altre, come nel caso dei fratelli Abbagnale, diventano campioni del mondo.

Giuseppe e Carmine si sono avvicinati al mondo del canottaggio grazie allo zio Giovanni La Mura, ex canottista.

 

I due hanno subito amato questo sport: si svegliavano alle cinque, correvano fino a Castellamare (5 km andata, 5 ritorno), facevano riscaldamento e uscivano in barca a remare fino alle 8, una volta finito l’allenamento, si lavavano velocemente e andavano a scuola.

 

Ma non era finita qua: una volta tornati a casa, bisognava aiutare la famiglia e dunque lavorare dei campi. Una vita di sforzi, fatiche, passione, e tanta voglia di fare.

Sforzi che sicuramente sono stati ripagati, perché i fratelli Abbagnale sono subito diventati famosi, vincendo i campionati mondiali di Monaco nel 1981.

Il leader è leader solo se viene riconosciuto dal gruppo come tale.

Dice Giuseppe: “Ogni giorno devi sentirti nella condizione di aver dato il massimo.

Quando noi iniziamo una qualsiasi attività, i miglioramenti sono enormi.

 

Durante il primo anno i miglioramenti si vedono dopo pochi minuti. Man mano che passa il tempo, migliorarsi diventa difficile, e passano ore.

 

Arriverai al punto di dover migliorare i decimi, poi i millesimi. E, pensandoci bene, è proprio un millesimo che può portarti a vincere.”

 

Continua Giuseppe: “L’atleta (l’imprenditore) che si mette in discussione deve sentire le stesse difficoltà di quando ha iniziato.

 

La sensazione di difficoltà del copro deve rimanere quella.

 

Il corpo si adatta quanto più lo si mette in difficoltà. La difficoltà maggiore sta proprio qui: il riuscire ed il volere metterlo in difficoltà.

 

Sapete quante di quelle due ore di allenamento servono per mettere in difficoltà il corpo? Gli ultimi 20 minuti. Il resto serve a far stancare il corpo, mettendo in crisi il muscolo cardiaco.”

 

Devi trovare all’interno della sofferenza, una componente piacevole.

La gara è un esame e l’esame finale esprime quello che si è imparato e costruito nel corso degli anni.

“La prima sconfitta ha inciso pesantemente mettendo in crisi non solo la mia identità ma quella dell’intero equipaggio.” Continua Abbagnale:  “La cura è stata sedersi, analizzare in maniera asettica con i numeri la gara e creare una strategia.

 

L’anno dopo abbiamo vinto i mondiali di 2 secondi.

 

L’obiettivo era condiviso e costantemente presente, sotto la nostra attenzione. Ci vuole impegno, è sacrosanto se ci vuoi riuscire.

 

Quanto vale il tuo avversario?

 

Se tu vuoi arrivare a battere un record del mondo, devi sapere quanto vale il tuo avversario. In questo modo sei a conoscenza di quanto ti manca per arrivare a quel risultato.

 

E tu sai quanto vale il tuo competitor? 

 

Il carattere del vincente, quando perde, mostra onestà verso se stesso e non deve diventare un momento di abbattimento ma di riflessione, di innalzamento.”

Ogni dettaglio può portarti al prossimo livello. La ricerca della perfezione ti avvicina a Dio.

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