Patrizio Oliva in MBS Business School

Patrizio Oliva in MBS Business School

Dopo una brillante carriera da dilettante culminata con la conquista dell’Oro olimpico a Mosca nel 1980 nella categoria Superleggeri, è passato alla Boxe professionistica conquistando in sequenza il titolo italiano, quello europeo e il titolo di campione del mondo di categoria. Successivamente è riuscito a conquistare il titolo di campione d’Europa anche nella categoria welter.

Chiunque voglia arrivare al successo, necessita di una triade di attitudini:

1. Autodisciplina

2. Impegno

3. Costanza

 

Davanti a me avevo quel sogno: diventare campione olimpico e del mondo.

 

Mi allenavo in una topaia, che chiamarla “topaia” è un complimento.. ma era il posto migliore in cui potessi stare perché li dentro avevo la possibilità di forgiarmi per diventare il campione del mondo.

 

Se avessi voluto raggiungere i miei risultati, avevo la consapevolezza che avrei dovevo impegnarmi e sudare.

 

Così, ho messo in campo una strategia:

 

Focus: chiarezza con noi stessi, aver chiaro lo scopo nella vita

 

Azione: che ha sempre bisogno di una motivazione

 

Io avevo una motivazione forte: ho perso un fratello.

 

Da quel giorno volevo far risorgere la vita di mio fratello nei guantoni e vedere il sorriso dei miei genitori.

Confida solo sulle tue capacità, nel ring e nella vita. Potrai contare solo quelle.

 

Senza duro lavoro e sacrifici, non andiamo da nessuna parte.

 

Dobbiamo fare una programmazione seria e duratura nel tempo. Dobbiamo trasformare la teoria nella pratica. Dobbiamo applicare tutto ciò che abbiamo studiato.

 

Renzo Piani diceva: “La mia forza non è la teoria, ma la pratica quotidiana.”

 

 

Non vince chi sa la tecnica migliore, ma chi riesci a mettere in pratica in modo migliore la tecnica.

 

 

Se vogliamo ottenere risultati, dobbiamo attenerci alla sfida. Crearsi delle sfide.

 

La sfida ci sprigiona delle forze invisibili che non immaginiamo avere e ci fanno compiere delle cose inimmaginabili.

Per 1 anno e mezzo vivevo con il volto dell’avversario della mia semifinale davanti agli occhi miei. Mi allenavo in proiezione delle olimpiadi. Quello mi dava la forza di andare avanti.

 

A Mosca, il destino mi aveva conservato questa sfida, questa rivincita, e la vita me l’ha regalata con il sorriso.

“Siamo tutte e due professionisti allo stesso livello, oggi vince chi ha la motivazione più grande.

Io sono le lacrime di mia madre e la vita di mio fratello, sta sera tu non vinci. Vinco io.”

Bisogna imparare ad essere resilienti ed alzare l’asticella dei nostri miglioramenti, la vita ci mette di fronte alle difficoltà tutti i giorni.

 

A causa di una malattia, ho dovuto allenarmi e battermi con un braccio solo.

 

Avevo cambiato strategia: dopo tanto lavoro, diventai campione del mondo.

 

Quando pensiamo di avere una condanna, non bisogna piangersi addosso, ma avere coraggio e non avere paura del cambiamento.

 

 

Il cambiamento dobbiamo prenderlo come un momento di crescita.

 

 

In che modo puoi caratterizzare i tuoi obiettivi?

 

1. Più sono dettagliati, più sono facili da raggiungere.

2. Misurabili per darti la possibilità di aumentare la quantità e la qualità.

3. Ambiziosi e tempificati: quando inizio, quando termino e come lo controllo.

 

 

Non ci dobbiamo mai sentire appagati. La sfida con se stessi ci sprigiona questa voglia di arrivare.

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